Passi sbagliati

Le formidabili convinzioni del Palazzo di vetro

Alle Nazioni Unite sono convinti che il dialogo fra le due principali coalizioni in Libia, il governo filo-egiziano di Tobruk e quello filo-islamista di Tripoli, possono ancora trovare un dialogo proficuo quello che è sempre mancato. L’appuntamento è fissato a giovedì prossimo in Marocco, a Rabat. I due governi rivali e i loro reciproci parlamenti avevano finor avuto incontri indiretti l'11 febbraio a Ghadames, nel sud della Libia, dove l'Onu era costretto ad incontrare separatamente, nello stesso edificio, i delegati di una e dell'altra fazione, che fra loro non si contattano, sperando di convincerle a creare un governo di unità nazionale. Il governo di unità nazionale è infatti considerato oggi la condizione indispensabile dagli abitanti del Palazzo di vetro, per riuscire a dare qualsiasi forma di successivo sostegno alla Libia. Noi non vogliamo disilludere nessuna delle speranze dell’Onu, certo che abbiamo una percezione del processo politico militare in corso per lo meno più complicato di quanto sia stato finora. Intanto c’è da dire che la fazione di Tobruk, ritiene di avere in mano la vittoria militare e quindi è meno propensa al dialogo di quanto sia mai stata finora con i ribelli tripolini. Questi ultimi che disprezzano i gheddafiani di Tobruk e che di fatto li hanno cacciati dalla capitale, ritengono si siano inventati loro l’Isis per chiedere l’intervento militare egiziano. Quali margini ci siano di una qualche mediazione possibile, lo può sapere sono l’inviato Bernardino Leon di cui Roma sembrava propensa, almeno fino alla settimana scorsa, chiedere la sostituzione perché ritenuto completamente compromesso il suo intervento. Sono questi i frangenti in cui l’Isis sta aumentando le minacce nei confronti dell’Italia anche se solo tramite account di Twitter. In una prima foto viene ritratto un combattente armato, davanti al mare, che guarda il Colosseo sullo sfondo. Sul monumento sventola la bandiera nera di al Baghdadi, con la scritta che recita "l'Is dalla Libia sta arrivando a Roma". La seconda foto ritrae il gasdotto Greenstream che da Wafa in Libia arriva a Gela, in Sicilia. "Le onde ancora ci separano, ma questo è un mare piccolo, è una promessa al nostro Profeta", minaccia il comunicato allegato. Quanto all’idea che l’Italia possa giocare un ruolo di prima fila per la stabilizzazione della Libia, si può anche leggere l’invito a stare attenti, perché “ogni stupido passo” ci costerà caro. Non che bisogna farsi prendere dallo sgomento per i messaggi internet dell’Isis che sono innanzitutto propaganda, certo che se vogliamo attribuirgli un qualche senso, quello sui passi sbagliati che avranno un prezzo, merita di essere preso in considerazione. Perché se questo avvertimento è rivolto all'Italia, altrettanto, e a maggior ragione, vale per le Nazioni unite. Queste di passi falsi ne hanno fatti a iosa ed ancora ne stanno continuando a fare.

Roma, 23 febbraio 2015